“Il tumore del Colon-Retto: dallo screening alla terapia”, è stato il tema del congresso trisocetario AIGO, SIED, SIGE, che si è tenuto sabato scorso all’Hotel Perla del Porto di Catanzaro Lido. I lavori del congresso sono partiti con i saluti istituzionali Presidenti AIGO, SIED, SIGE. Dopo, una lettura magistrale presentata da Pietro Leo su “La storia naturale del cancro del colon-retto: il ruolo del microbiota” Francesco.
La I Sessione ha riguardato “Prevenzione e screening”, moderatori: Pino Naim Mauro Maglia Enrico Ciliberto; alle 09.30 “Screening del CCR: utilità e limiti: la realtà calabrese” Clelia Cicerone; alle 10.00 “La realtà attuale e l’ombra del Covid sullo screening” Ludovico Abenavoli; alle 10.30 “La Colonscopia di qualità: dal consenso informato alla preparazione” Ileana Luppino; alle 11.00 “Colonscopia di screening: la colonscopia potenziata ed i nuovi approcci tecnologici” Carmelo Stillitano; alle 11.30 Discussione Discussats: Andrea Boccuto, Mario Erboso, Emanuele Sireno, Rosa Locane e Chiara Frandina.
La II Sessione ha riguardato “Cancro Colon-Retto: il ruolo dell’endoscopia. La Diagnosi”. Moderatori: Patrizia Doldo, Pietro Paese e Angelo Lauria. Alle 12.15 “La sorveglianza oncologica del colon nelle MICI” Maria Grazia Imeneo; alle 12.45 “Lesioni polipoidi e non polipoidi del colon classificazione e strategie di sorveglianza” Vincenzo Cosco, alle 13.15 “Il cancro del retto: il ruolo dell’ecoendoscopia” Raffaella Marasco, alle 13.45 Discussione Discussants: Chiara Iannelli, Alessandro Corea, Rosanna De Marco, Agostino Ventra e Ladislava Sebkova.
La III Sessione “Cancro Colon-Retto: il ruolo dell’endoscopia. Il Trattamento”. Moderatori: Filippo Bova, Aldo Schicchi e Angelo Belmonte; alle 15.30 “Colonscopia operativa: EMR e ESD” Carmelo Luigiano; alle 16.00 “La gestione delle complicanze: prevenzione e trattamento” Aldo Schicchi; alle 16.30 “Il trattamento endoscopico palliativo delle neoplasie del colon-retto” Riccardo Calabria: alle 17.00 Discussione Discussants: Rocco Spagnuolo, Lucrezia Pulitanò, Mariafrancesca Loria e Domenico Piccione.
Presidenti del Congresso: Dott. Mario Verta Presidente SIED Calabria; Prof. Ludovico Abenavoli Presidente SIGE Calabria; Dott. Stefano Rodinò Presidente AIGO Calabria.
Il cancro colo-rettale è il terzo tumore in ordine di frequenza nell’uomo e il secondo nella donna, con circa 49.000 nuovi casi diagnosticati in Italia nel 2019. Anche se la mortalità è scesa dagli anni ’90, rimane in ogni caso la seconda causa di morte per cancro in entrambi i sessi.
Questa neoplasia insorge nel grosso intestino (il colon e il retto), a partire dalla proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa (il rivestimento interno della parete intestinale).
Nella maggior parte dei casi si sviluppa a partire da polipi adenomatosi, proliferazioni cellulari benigne visibili mediante la colonscopia, che possono evolvere in senso maligno in circa 10-15 anni. Per lungo tempo infatti rimane asintomatico, ma, grazie ai programmi di screening, è possibile una diagnosi precoce così da poterlo prevenire e curare.
I principali fattori di rischio di questa patologia sono:
- età: circa il 90% dei pazienti ha più di 50 anni.
- storia familiare: il rischio aumenta se un cancro colorettale o polipi adenomatosi sono stati diagnosticati a parenti (in particolare genitori e fratelli).
- storia medica personale: il rischio aumenta se il soggetto è affetto da una malattia infiammatoria cronica dell’intestino (colite ulcerosa o malattia di Crohn), o se ha già rimosso in passato un cancro o un polipo.
- sovrappeso e scarsa attività fisica.
- dieta: elevato introito di carne rossa, insaccati, farine e zuccheri raffinati e grassi, soprattutto se di origine animale. Una dieta ricca in frutta e verdure, carboidrati non raffinati e vitamina D contribuisce a ridurre il rischio di sviluppare una neoplasia colorettale.
- fumo e alcol.
- Prevenzione e screening
- La principale prevenzione si basa sulla correzione dei fattori di rischio eliminabili (dieta, mancanza di attività fisica, fumo, alcol).
Poiché questo tumore rimane asintomatico per lungo tempo, la prevenzione di maggior impatto è quella che passa attraverso la rimozione delle lesioni precancerose (polipi adenomatosi) che generalmente impiegano anni prima di evolvere in senso maligno. Con l’identificazione e la rimozione degli adenomi prima della trasformazione in carcinoma e la diagnosi di carcinomi in stadio iniziale, si può ottenere una significativa riduzione della mortalità. In questo modo è possibile ridurne l’incidenza e, grazie al riscontro di carcinomi in stadi precoci, migliorare le chance di guarigione completa dopo adeguata terapia.
Lo screening avviene attraverso diverse modalità. In Italia sono attivi Programmi Regionali di screening di popolazione che si basano sulla ricerca di sangue occulto nelle feci ogni 2 anni a partire dai 50 anni di età. Se il test risulta positivo, diventa obbligatorio sottoporsi a una colonscopia che confermi o escluda la presenza di un tumore o di polipi (lesioni precancerose) quale causa della positività del test.