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Cos'è la salmonella? è un genere di batteri responsabile di una delle infezioni gastrointestinali più comuni nei Paesi industrializzati: la salmonellosi, e rientra tra le tossinfezioni alimentari.

Si trova comunemente nell'intestino di animali sani, selvatici, domestici o da allevamento; per l'uomo, il rischio di contrarre questa malattia è associato soprattutto all'ingestione di cibi contaminati durante la conservazione e la manipolazione. Principalmente gli alimenti di origine avicola, in particolare uova e derivati, e la carne di maiale

La gravità dei sintomi varia dai semplici disturbi del tratto gastrointestinale (febbre, crampi addominali, vomito e diarrea) fino a forme cliniche più gravi.

 

Dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie un nuovo aggiornamento (ECDC), in seguito ai casi di salmonella che hanno anche portato alla chiusura della fabbrica della Ferrero in Belgio e il ritiro dal mercato dei prodotti usciti dallo stabilimento. Un caso anche in Italia.

I casi confermati, al 18 maggio 2022, sono 324 (266 e 58 probabili), sono stati segnalati nell'UE/SEE (Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna, Svezia) e il Regno Unito, compresi due ceppi distinti di S. Typhimurium monofasico. Inoltre, sono stati identificati casi in Canada, Svizzera e Stati Uniti. È quanto riporta l’Ecdc in un nuovo aggiornamento.

La maggioranza delle infezioni (86,3%) riguarda bambini di età uguale o inferiore a 10 anni, inoltre, per tutti i casi nell'UE/SEE e nel Regno Unito, il 41,3% di loro purtroppo è stato ricoverato in ospedale. Fortunatamente non sono stati comunicati decessi.

E’ stato specificato che “i due ceppi di Salmonella sono multi resistenti e alcuni mostrano anche resistenza ai disinfettanti a base di ammonio quaternario e perossido di idrogeno, ma restano sensibili a ciprofloxacina, azitromicina, al meropenem e alle cefalosporine di terza generazione. Ricerche microbiologiche ed epidemiologiche hanno identificato determinati alimenti di cioccolato prodotti nello stabilimento di lavorazione di Arlon della Ferrero, in Belgio, come probabili veicoli di infezione. I due ceppi focolai di S. Typhimurium monofasico sono stati identificati in dieci degli 81 campioni positivi alla Salmonella prelevati nello stabilimento tra dicembre 2021 e gennaio 2022, tra cui materie prime (latticello), semilavorati e prodotti finiti. Il latticello è stato fornito da un fornitore italiano in cui la Salmonella non è stata rilevata. Il fornitore italiano ha consegnato il latticello anche ad altri impianti di produzione dell'azienda e, sulla base delle prove disponibili, la Salmonella non è stata rilevata in altri impianti”.

La chiusura dell'impianto di trasformazione belga l'8 aprile 2022 e il ritiro globale di tutti i loro articoli hanno ridotto il rischio di esposizione, ma “potrebbero verificarsi nuovi casi a causa della lunga durata e della possibile conservazione dei prodotti a casa”.

L'impatto sulla salute pubblica delle rigorose misure di controllo attuate può riflettersi nel calo significativo dei casi. Tuttavia, tra i 156 casi segnalati in questo focolaio con date disponibili, il ritardo tra l'insorgenza della malattia e la notifica al sistema di sorveglianza nazionale andava da 3 a 5 settimane.

Riassumendo, ci sono otto casi, che non possono essere spiegati dal consumo di prodotti a base di cioccolato dallo stesso stabilimento di trasformazione in Belgio, questo ci dice che potrebbero esserci anche fonti di infezione secondarie, che non possono essere escluse.

L'ECDC per questo “continua a monitorare la situazione e incoraggia gli Stati membri a prestare attenzione ai nuovi casi e a indagare sulle infezioni umane con ceppi che hanno profili di resistenza multifarmaco. Si raccomanda un ulteriore sequenziamento di tali isolati e l'ECDC offre supporto per il sequenziamento per i paesi con capacità di sequenziamento del genoma limitata o assente”.

Inoltre, l'ECDC “incoraggia ulteriormente le autorità sanitarie pubbliche a collaborare strettamente con le autorità per la sicurezza alimentare nei paesi colpiti”.

 

Fonte: Ufficio Stampa C.P.  C.V.