La Bronchiolite è un processo flogistico acuto, caratterizzato dall'ostruzione dei bronchioli (ultime diramazioni bronchiali): tipica malattia della prima infanzia, la bronchiolite provoca difficoltà respiratoria, secrezione nasale sierosa, starnutazione ed inappetenza.
La bronchiolite colpisce dalla prima infanzia, in particolare dai bambini di età inferiore ai 2 anni: i lattanti, fino al raggiungimento dei sei mesi, rappresentano in assoluto la categoria più a rischio. Si osserva che, annualmente, ogni 100 bambini 11 si ammalano di bronchiolite: nell'11-13% dei malati, la malattia si presenta in maniera severa, richiedendo il ricovero ospedaliero.
Il grado di severità della malattia è inversamente proporzionale all'età del piccolo: in altre parole, un bambino di pochi mesi affetto da bronchiolite tende a presentare un quadro sintomatologico più grave rispetto ad un bambino infetto di età maggiore infatti dalle statistiche mediche si evince che, a parità di età, i maschi sono più a rischio di bronchiolite rispetto alle femmine. Nonostante la bronchiolite non possa essere definita propriamente una malattia stagionale, nel periodo invernale si registrano generalmente più bambini affetti.
Nonostante quanto appena detto, la bronchiolite è una malattia che può interessare anche gli adulti. Accade spesso, tuttavia, che in questa categoria di pazienti, la bronchiolite non venga correttamente diagnosticata, ma venga confusa con un semplice raffreddore. In alcuni casi, può essere asintomatica o comunque manifestarsi con una sintomatologia lieve.
Ma entriamo più nel dettaglio: quali sono le cause della Brionchiolite?
La bronchiolite è una patologia di natura infettiva e, più precisamente, di origine virale. Nella maggioranza dei casi, lil patogeno responsabile dell'infiammazione dei bronchioli è rappresentato dal virus respiratorio sinciziale (RSV, dall'inglese Respiratory Syncytial Virus).
Altri virus che possono causare la malattia sono: metapneumovirus, rinovirus, adenovirus, virus parainfluenzali e virus influenzali. Benché la causa sia da ricercare in infezioni di natura virale a carico dei bronchioli, l'insorgenza della bronchiolite è correlata anche ad una serie di fattori di rischio che incidono in maniera più o meno grave in funzione della sensibilità del soggetto e dell'età d'insorgenza della malattia. Tra i fattori di rischio più allarmanti il primato spetta sicuramente al fumo di sigaretta: è stato dimostrato che i bambini nati da madri fumatrici sono più esposti alla bronchiolite nei primi mesi di vita, poiché il loro parenchima polmonare risulta fortemente alterato - soprattutto in termini di elasticità - in seguito ad un'esposizione intrauterina al fumo di sigaretta. Anche i luoghi affollati risultano possibili fattori di rischio, in quanto le probabilità di contagio aumentano notevolmente. Ancora, le malattie polmonari, le patologie cardiache, la prematurità del parto rappresentano ulteriori fattori che aumentano il rischio di contrarre bronchiolite.
La bronchiolite è un'infezione che si trasmette per via aerea, tramite saliva/secrezioni nasali di pazienti infetti, o per mezzo delle micro-goccioline di saliva (droplets) che si disperdono nell'ambiente a seguito di starnuti o tosse o semplicemente parlando. Dopo il contagio, si stima che il tempo d'incubazione del microorganismo si aggiri intorno ai 4 giorni: i bambini infetti possono trasmettere la bronchiolite anche dopo una settimana/10 giorni dal contagio.
Vediamo ora di seguito quali sono i sintomi della bronchiolite nei neonati e nei bambini. Tutti i casi di questa infiammazione esordiscono con una condizione simile al raffreddore: il bambino comincia ad avere il naso ostruito e muco trasparente che cola, al punto che può fare fatica a poppare. Questa condizione, denominata rinorrea, può essere accompagnata da febbre non molto elevata (temperatura massima in genere inferiore a 38°C) ed è espressione dell’ingresso del virus nelle prime vie aeree, dove comincia a crearsi l’infiammazione. In questa fase è bene far visitare il piccolo dal medico curante, che potrà seguire l’evoluzione della malattia.
Con la diffusione dell’infezione lungo le vie aeree inferiori, si verificano i seguenti fenomeni:
- comparsa della tosse;
- aumento del numero di atti respiratori in un minuto (>60 atti/min, “tachipnea”);
- il bambino tende a respirare con più fatica;
- si evidenziano rientramenti sottocostali, intercostali, al giugulo, sovraclaveari (per l’utilizzo dei “muscoli respiratori accessori”);
- le narici tendono ad aprirsi maggiormente durante le inspirazioni (alitamento delle pinne nasali).
Il bambino con difficoltà respiratoria appare più sofferente, pallido o con colorazione violacea intorno alle labbra, con gli occhi alonati, e tende a non terminare le poppate. Nei neonati è inoltre possibile osservare degli episodi di apnea (interruzione improvvisa del respiro per 10-20 secondi o anche più). In questi ultimi casi descritti, è fondamentale una valutazione pediatrica d’urgenza, poiché i meccanismi di compenso all’ostruzione delle vie aeree hanno una durata limitata nel tempo (c’è, in sostanza, il rischio di un’insufficienza respiratoria) e l’aumentata frequenza respiratoria insieme alle ridotte assunzioni di latte mettono il bambino a rischio di disidratazione. Ricordiamo che in 2/3 dei casi la bronchiolite è senza febbre nella fase in cui l’infezione si è propagata alle basse vie aeree.
Quanto dura la bronchiolite? Dal primo contatto con il soggetto infetto all’insorgenza dei primi sintomi respiratori delle alte vie aeree trascorrono circa quattro-sei giorni (tempo di incubazione). Ai sintomi delle alte vie aeree seguono l’insorgenza della tosse e i segni di difficoltà respiratoria, espressione della propagazione dell’infezione alle basse vie aeree. Complessivamente, dall’esordio alla risoluzione dei sintomi, la bronchiolite nei bambini dura circa due settimane (nel 10-20% dei casi anche tre). Il decorso può complicarsi se si presenta una sovrainfezione batterica (otite o polmonite), che si evidenzia con febbre elevata e peggioramento delle condizioni cliniche del bambino.
Come si cura la Brionchiolite?
Dato che non esiste al momento un farmaco antivirale che si sia dimostrato efficace, la cura per la bronchiolite consiste in una terapia di supporto al sistema immunitario. Le cose più importanti da assicurare al bambino sono:
- Adeguata toilette delle vie aeree. L’esordio della bronchiolite (e di molte infezioni respiratorie) è caratterizzato da ostruzione nasale. Quando ciò si verifica, è fondamentale liberare il naso prima della poppata, praticando lavaggi nasali con soluzione salina e una delicata aspirazione dei muchi a livello delle narici.
- Adeguata idratazione. Con l’aumentata frequenza respiratoria il bambino tende a disperdere più liquidi quando espira. In più, a causa dell’ostruzione nasale e della fatica nel respirare, può avere difficoltà nel completare l’abituale poppata o rifiutarla completamente. Questi fattori lo pongono a un elevato rischio di disidratazione. Nel caso di suzione più difficoltosa, previa toilette delle vie aeree, può risultare vantaggioso suddividere la quantità totale di latte in poppate piccole e più frequenti nel corso delle 24 ore; forzare l’assunzione di quantità maggiori di latte nella stessa poppata infatti facilita, assieme ai colpi di tosse frequenti, l’insorgenza del vomito.
- Ossigenoterapia. Nel caso di bambini con marcata difficoltà respiratoria, eccessiva sonnolenza, riduzione delle poppate del 50% rispetto alle poppate abituali, crisi di apnea, colorito pallido e/o cianotico, è indispensabile l’accesso in ospedale (sempre rendendo partecipe il medico curante) per valutare il ricovero e l’eventuale avvio di ossigenoterapia, fondamentale per evitare un ulteriore aggravamento delle condizioni del bambino. Nei casi gravi può essere necessaria la ventilazione meccanica in terapia intensiva.