Caldo e aggressività 2

 

Le temperature alte sono legate a un peggioramento dei sintomi di ansia e depressione. Cala anche la capacità cognitiva e cresce l’aggressività: si stima che entro il 2090 la criminalità possa crescere del 5% a livello globale.

Le ondate di caldo hanno un grande impatto sulla nostra salute fisica e mentale. I dottori ne sono a conoscenza perché nei periodi più caldi i pronto soccorso degli ospedali si riempiono velocemente di pazienti colpiti da disidratazione, svenimenti e delirio. In Italia le Regioni inviano specifici bollettini ai pronto soccorso con una serie di alert: per dire di prestare attenzione. Come segnala "The Conversation", recenti studi mostrano un aumento delle visite al pronto soccorso del 10% nei giorni in cui le temperature raggiungono il 5% della temperatura media del luogo oggetto di osservazione.

Aumentano ansia e depressione

Il caldo estremo può avere effetti negativi seri sulla nostra salute cardiovascolare e il fenomeno più preoccupante è il pericoloso colpo di calore. Comunque, l’innalzarsi delle temperature può anche aggravare i sintomi della salute mentale. Le ondate di caldo, così come altri eventi climatici (inondazioni e incendi), sono state associate a un aumento della depressione e dell’ansia nei soggetti che già soffrivano di questo disturbo. Inoltre, è stato notato un collegamento tra la febbre alta e i tentativi di suicidio: per ogni grado in più rispetto alla temperatura media mensile i decessi legati alla salute mentale aumentano del 2,2% e i picchi di umidità sarebbero collegati a un maggior numero di suicidi. Un riesame degli studi ha indicato un legame fra temperature alte e alta umidità col peggioramento del disturbo bipolare e un aumento degli episodi maniacali.

L’efficacia dei farmaci

Il caldo potrebbe anche intralciare l’effetto di alcuni farmaci adoperati per curare le malattie psichiatriche, riducendone l’efficacia e influenzando la regolazione della temperatura corporea, in particolare fra gli anziani. “Si sa che molti farmaci aumentano il rischio di morte connessa al calore, per esempio gli antipsicotici, che annullano la sete causando disidratazione”, scrivono Laurence Wainwright, docente di Sostenibilità, Impresa e Ambiente all’Università di Oxford e Eileen Neumann, ricercatrice di Neuroscienze all’Università di Zurigo. “Certi farmaci - chiariscono - agiranno in maniera diversa in base alla temperatura corporea e a quanto è disidratato il paziente, ad esempio il litio, uno stabilizzatore dell’umore molto potente e largamente usato, indicato spesso per le persone con disturbo bipolare».

Cala la capacità cognitiva

Inoltre, il caldo (come anche il freddo estremo) può influenzare la salute mentale e la capacità cognitiva anche di soggetti che non soffrono di disturbi annodati alla salute mentale in quanto lo stress da calore può recare danno alle aree del cervello che provvedono alla soluzione dei compiti cognitivi.

Uno studio, condotto su alcuni studenti di Boston nel corso di un’ondata di calore nel 2016, ha rilevato che il gruppo che ha lavorato in un’aula senza aria condizionata ha raggiunto risultati peggiori del 13% nei test cognitivi rispetto ai coetanei che studiavano al fresco; anche il tempo di reazione è stato più lento del 13%.

Aumenta l’aggressività (e la criminalità)

Nel momento in cui le persone non sono in grado di usare bene la ragione a causa del caldo è possibile che siano più soggette a frustrazione che può portare a un aumento dell’impulsività e quindi di aggressività e violenza, poichè i livelli di serotonina nel cervello, che frena l’aggressività, sono molto influenzati dalle alte temperature (i delitti più efferati, ma anche le più banali liti tra automobilisti, ci dice la cronaca, sono più frequenti nei periodi estivi). Vi sono molti studi che associano il caldo estremo a un aumento della criminalità violenta. L’aumento della temperatura anche solo di 2 gradii causerebbe un aumento delle aggressioni del 5% circa. Si stima che entro il 2090 il cambiamento climatico potrebbe essere colpevole dell’aumento della criminalità del 5% a livello mondiale.

 

 

Fonte: Ufficio stampa C.P.