noduli tiroideI risultati di una ricerca condotta da studiosi della Sapienza Università di Roma, grazie a una tecnologia innovativa, non invasiva e low cost, permettono di migliorare la diagnosi del carcinoma midollare della tiroide e la prognosi dei pazienti.

La diagnosi del carcinoma midollare della tiroide, un tumore ad oggi ancora difficile da individuare, si basa oggi sul riscontro di alti livelli dell'ormone tiroideo calcitonina in pazienti con nodulo tiroideo rilevato mediante esame ecografico. Tuttavia, i livelli di tale ormone spesso non sono ritenuti attendibili, poiché non sempre sono indicativi dell’esistenza del tumore.

Il gruppo di ricerca ha individuato nuove caratteristiche molecolari nel Dna circolante presente nel sangue di pazienti. Integrando le indagini che tradizionalmente si eseguono con l’analisi del Dna circolante, la diagnosi è più attendibile, quasi certa.

Gli esperti hanno considerato alcune caratteristiche del Dna circolante che possono essere sfruttate per identificare una patologia, ovvero il livello di metilazione e la frammentazione."Questi risultati – affermano le prime autrici dello studio Anna Citarella e Zein Mersini Besharat - gettano le basi per l'aggiunta di nuovi biomarcatori non invasivi, utili per la diagnosi e gestione del paziente affetto da carcinoma midollare della tiroide nell'ambito della medicina di precisione".

Questi risultati aprono la strada alla ricerca di nuovi biomarcatori circolanti anche per altre tipologie di tumore, dove la ricerca di biomarcatori diagnostici e prognostici specifici e sensibili è fondamentale.