Dopo 50 anni dall'ultimo caso accertato - era il1973 - identificato oggi un caso di colera in Sardegna, accertato dall'ospedale Santissima Trinità di Cagliari dopo il ricovero di un anziano di 71 anni residente ad Arbus, nella provincia del Sud Sardegna. Le sue condizioni sono stabili ed è in miglioramento, ma le cause dell'infezione sono ancora da accertare. La conferma è arrivata in queste ore, quando gli accertamenti eseguiti sul paziente, ricoverato nell'ospedale cagliaritano da 5 giorni, hanno dato un esito positivo e fatto subito entrare in funzione i protocolli di sicurezza. Prima di essere trasferito a Cagliari, l'anziano era stato curato in un'altra struttura sanitaria, luogo in cui si era recato per problemi gastrointestinali. Le terapie a cui il 71enne era stato sottoposto non avevano dato nessun progresso, proprio da lì è scattata l'ipotesi che potesse trattarsi di colera.
COME STA IL PAZIENTE
Oggi il sig. Goffredo Angioni, direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari, ha confermato che il paziente "sta meglio ed è tornato in condizioni quasi normali" e che le condizioni dei familiari dell'uomo non suscitano preoccupazione.
LE RICERCHE SULLE CAUSE DEL CONTAGIO
Subito dopo aver verificato il caso di colera, la struttura sanitaria ha velocemente dato il via alle osservazioni per comprendere cosa ha dato origine all'infezione. In questo momento non c'è ancora alcuna certezza, come convalidato dal Dott. Goffredo Angioni: "Le indagini sono in corso. Di solito il colera si può contrarre nel corso di viaggi in deteminati Paesi dell’Asia, ad es. l’India, dove la malattia è endemica(caratteristica del luogo). Da noi, invece, sono ritenuti colpevoli alcuni alimenti, i frutti di mare, se consumati senza la giusta cottura". A far diventare più difficili le indagini c'è il tempo già passato dalla manifestazione dei primi sintomi al ricovero. Secondo i dati raccolti l'anziano avrebbe iniziato a mostrare i sintomi circa un mese fa. Non avendo viaggiato di recente all'estero, l'ipotesi di un consumo di frutti di mare non cotti.
SCOPRIAMO COS'È, COME SI CONTRAE E QUALI SONO I SINTOMI
Il colera è un'infezione acuta dell'intestino, che si manifesta improvvisamente con disturbi (sintomi) quali diarrea acquosa (spesso intensa, che può causare una rapida e pericolosa perdita di liquidi), vomito e rapida disidratazione. È causata da batteri, detti vibrioni, appartenenti alla specie Vibrio cholerae, di cui esistono vari tipi (sierogruppi). Alcuni producono una potente tossina (tossina colerica) che causa i disturbi (sintomi) della malattia. In particolar modo i sierogruppi O1 e O139 di V. cholerae sono associati con le epidemie di colera.
L'Istituto Superiore di Sanità riferisce che il contagio da colera può avvenire "in seguito all'ingestione di acqua o alimenti contaminati da materiale fecale di individui infetti (malati o portatori sani o convalescenti), quindi per contatto tra le feci e la bocca (contatto oro-fecale), sia per via diretta (ad esempio, attraverso la scarsa igiene delle mani che vengono portate alla bocca). Può causare la morte per grave disidratazione. La disidratazione causa disturbi come irritabilità, letargia, occhi infossati, bocca secca, insufficienza renale, bassa pressione sanguigna, battito cardiaco irregolare (aritmia), crampi muscolari e nei casi più gravi shock ipovolemico (causato dalla diminuzione acuta del volume di sangue circolante dovuta alla perdita di liquidi) che può essere mortale. Il colera è sempre grave quando interessa i bambini, perché il loro equilibrio idrico ed elettrolitico è molto delicato.
I cibi più a rischio per la trasmissione della malattia sono quelli crudi o poco cotti e, in particolare, i frutti di mare". Al contrario di altre infezioni, col colera il contagio diretto da persona a persona è molto raro in condizioni igienico-sanitarie normali. È sempre l'ISS a spiegare come "la carica batterica necessaria per la trasmissione dell’infezione" sia superiore al milione: "Pertanto risulta molto difficile contagiare altri individui attraverso il semplice contatto".
Fonte: Ufficio Stampa C.P.