La spondilolistesi è una patologia della colonna vertebrale in cui la vertebra superiore scivola su quella sottostante. A seconda di come si manifesta questo scivolamento si parla di:
- anterolistesi: quando lo scivolamento avviene anteriormente, appresenta la forma più frequente di spondilolistesi e colpisce soprattutto la quarta o quinta vertebra lombare;
- retrolistesi: quando avviene posteriormente;
- laterolistesi: se avviene lateralmente.
Questa patologia può essere:
- congenita (presente dalla nascita);
- post-traumatica (la sua comparsa avviene dopo un trauma);
- secondaria a sollecitazioni meccaniche ripetute (tipicamente nei soggetti che praticano esercizi a carico della colonna vertebrale),
-patologica (secondaria a malattie sistemiche che interessano la colonna vertebrale);
-post-chirurgica: ovvero dopo intervento sulla colonna vertebrale.
I principali sintomi della spondilolistesi sono:
- dolore nella zona lombo-sacrale che si irradia sui glutei e gli arti inferiori;
- astenia e malessere generalizzato;
- difficoltà nei movimenti del tronco e degli arti inferiori;
- difficoltà nelle attività lavorative e sportive;
- parestesie (sensazione di formicolio o scossa elettrica) a livello degli arti inferiori.
Essendo una patologia di natura meccanica,la guarigione non è completa, per questo il trattamento si basa su:
- prevenzione;
- terapia con antinfiammatori;
- intervento chirurgico nelle forme più gravi che non rispondono alla terapia medica.
Per valutare il grado di scivolamento si utilizza la classificazione di Meyerding basata su 4 gradi:
grado 1: lo scivolamento è inferiore al 25%,
grado 2: scivolamento inferiore al 50%,
grado 3: scivolamento inferiore al 75%,
grado 4: scivolamento che può raggiungere il 100% .
La sintomatologia varia da soggetto a soggetto e può essere più o meno grave a seconda del grado di scivolamento e della velocità con cui esso avviene; nella maggior parte dei casi si avverte un dolore di entità moderata, intermittente che può peggiorare nel corso della giornata ed esacerbarsi durante gli sforzi o le attività fisiche più intense.
Tra i sintomi ci sono:
- mal di schiena, ovvero dolore in sede lombare ed in sede sacrale che può irradiarsi lungo il decorso del nervo sciatico (gluteo, coscia, gamba sino al piede). Il dolore viene esacerbato soprattutto in caso di estensione del rachide;
- rigidità della colonna con difficoltà nei movimenti: si parla di claudicazione neurogena nel caso di stenosi del canale vertebrale;
- astenia, stanchezza e malessere generalizzato;
- difficoltà nei movimenti del tronco come il piegarsi in avanti o lateralmente;
- riduzione delle attività lavorative e delle performance sportive per la presenza del dolore;
- debolezza muscolare soprattutto agli arti inferiori;
- sensazione di formicolio ed arto addormentato (mani e piedi, braccia e polpacci);
- accorciamento del tronco e spostamento in avanti dell’addome, nei casi più gravi.
La diagnosi viene confermata da alcuni esami strumentali prescritti dal medico dopo la visita, come:
- radiografia della colonna in posizione eretta o sotto carico, in due proiezioni;
- risonanza magnetica;
- TC torace e addome con studio della colonna;
- elettromiografia: utile in caso di sintomi neurologici per valutare la sofferenza dei nervi .
Il trattamento può essere preventivo, ovvero basato sull’educazione posturale e sulla riduzione delle sollecitazioni meccaniche alla colonna, oppure sintomatico cioè, mirato alla riduzione della gravità dei sintomi e all’aumento della qualità della vita .
Il trattamento preventivo si basa su:
- riposo assoluto nelle fasi più acute di malattia;
- massoterapiache prevede una serie di massaggi praticati da specialisti accreditati come fisioterapisti o medici fisiatri;
- attività sportive particolari come il nuoto,
- applicazioni di calore, ad esempio una semplice borsa di acqua calda;
Per alleviare i sintomi si ha un approccio tipicamente farmacologico, basato sull’utilizzo di antidolorifici ed antinfiammatori. Possono essere assunti tramite somministrazione orale, sotto forma di cerotti, pomate o gel, per via intramuscolo o endovena.
Nelle situazioni più gravi, in presenza di alterazioni anatomiche irrimediabili, il trattamento medico non sortisce più alcun effetto, motivo per cui può rendersi necessario l’intervento chirurgico risolutivo di correzione. Nella maggior parte dei casi si esegue un intervento di artrodesi degli archi vertebrali posteriori,tecnica chirurgica che permette di unire ossa della colonna vertebrale per stabilizzarla.