paralizzato elettrodiUn gruppo di ricerca del Politecnico di Losanna pubblica i risultati di una nuova tecnica scientifica, che permette ai pazienti con paralisi alle gambe e braccia di tornare a muoversi normalmente.

Il primo paziente che ha sperimentato in prima persona la nuova tecnica è stato Gert-Jan Oskam, un uomo di 40 anni che, dopo essere rimasto paralizzato per 12 anni a causa di un’incidente con la bici, ritorna a camminare in modo naturale, anche se per brevi distanze e con l’aiuto di una stampella.

La ricerca, presentata sulla rivista scientifica Nature, consiste nel creare un “ponte digitale” che permette al cervello dell’uomo paralizzato e ai nervi sotto la ferita di “dialogare tra di loro”: questo ponte è formato da 64 elettrodi che registrano i segnali della corteccia motoria, attraverso frequenze che l’intelligenza artificiale è in grado di individuare, e da 16 elettrodi, inseriti nella parte non danneggiata del midollo spinale, che ricevono il segnale decodificato in tempo reale. Lo scambio di segnali avviene in modalità wireless attraverso l’utilizzo di un sistema di controllo indossabile, all’interno di uno zaino.

Grégoire Courtine, neuroscienziato francese e responsabile della ricerca, rilascia un’osservazione che differenzia questo dispositivo con uno precedente, collegato al tablet, che generava segnali per i movimenti robotici: “Rispetto al precedente dispositivo, il nuovo sistema è completamente diverso. Oskam ha il pieno controllo sul parametro di stimolazione, il che significa che può fermarsi, può camminare, può salire le scale”.

"Il nostro prossimo obiettivo”, conclude Courtine, “è avere sistemi molto piccoli e prevediamo che la tecnica potrà avere sviluppi incredibili grazie alla miniaturizzazione". Nel frattempo, i ricercatori proseguono la sperimentazione, nella quale sarà previsto il coinvolgimento di tre pazienti con lesioni al midollo spinale.