siccitàL'ondata di calore che si sta abbattendo sull'Italia non accenna a diminuire e la situazione idrica è sempre più grave.

In alcune aree del Paese "non è escluso il razionamento dell'acqua anche nelle ore diurne". A pronunciarsi è il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, denunciando una riduzione della quantità di acqua piovuta del 40-50% rispetto alle medie degli ultimi anni e fino al 70% di neve in meno.

Una situazione che merita la dovuta attenzione da parte del Governo e che va affrontata al più presto, per evitare disagi ai cittadini e conseguenze su più fronti, ad esempio i danni causati al settore agricolo, soprattutto al Nord, su diverse produzioni: dall’ortofrutta al riso.

Ecco perché diviene sempre più urgente un piano per gestire questa grave situazione, improntato, da un lato, alla realizzazione di invasi e bacini per la raccolta delle acque da destinare ad uso agricolo, ma soprattutto ad avviare una grande opera di efficientamento di una rete ormai obsoleta e che “fa acqua da tutte le parti”.

 

E oggi infatti, il problema siccità ha portato il Governo a lavorare a un "piano acqua" in raccordo con le Regioni, valutando la possibilità di ordinanze regionali per razionare l'acqua al Nord, come il divieto di riempimento delle piscine e privilegiare l'uso dell'acqua per i fabbisogni primari. E' una delle ipotesi, a quanto si apprende da ambienti delle Regioni, sul tavolo della Commissione delle politiche agricole della Conferenza.

Gli enti chiedono lo stato d’emergenza ma intanto c’è chi vieta l’utilizzo dell’acqua di notte, chi richiama i cittadini al senso civico e chi firma i primi decreti come l’Emilia-Romagna che paga la situazione del Po.

Anche il ministro della Transizione ecologica Cingolani è preoccupato: 'L'acqua è fondamentale per le centrali idroelettriche'. Costretti a chiuderne alcune.

E da Enel: "L'acqua per uso agricolo è finita, basterà solo per 10 giorni".

E infatti, le limitazioni sono già scattate in almeno 170 Comuni del Piemonte, dove è possibile usare l’acqua solo a scopo alimentare. Il fenomeno però potrebbe allargarsi rapidamente al Centro Italia e portare a misure drastiche.

Inoltre, la Federconsumatori, da anni, denuncia il grave problema della dispersione, che in media negli acquedotti italiani è del 45,3%: questo vuol dire si perdono in media 41,4 litri ogni 100 immessi nelle reti di distribuzione.

Questa dispersione che avviene lungo la rete, prima ancora che l’acqua fuoriesca dal rubinetto, è molto alta. Questo risulta ancora più grave se si pensa che i cittadini pagano in ogni bolletta una “quota per investimenti”, cioè una percentuale per un ammodernamento della rete mai realizzato.

È arrivato il momento di usare questi fondi per realizzare una rete efficiente: non a caso tale obiettivo rientra tra quelli primari prefissati dall’Agenda 2030.

A questo proposito è importante che tutti facciano la propria parte: anche il cittadino è chiamato, emergenza o meno, ad adottare buone pratiche per evitare gli sprechi, modificando le proprie abitudini ed adottando comportamenti virtuosi che evitino usi impropri dell’acqua.

 

Fonte: Ufficio Stampa C.P.  C.V.