ictus nella donna 6L’ictus è una malattia cerebrovascolare acuta causata dall’improvvisa chiusura (da parte di un trombo o di un embolo) o dalla rottura di un vaso sanguigno che irrora l’encefalo. Nel primo caso il danno cerebrale è provocato dalla carenza/mancanza di ossigeno e glucosio (zucchero) veicolati dal sangue alle cellule nervose (ictus ischemico), nel secondo dalla fuoriuscita del sangue dal vaso (emorragia primaria o ictus emorragico).

In Italia le malattie cerebrovascolari rappresentano la seconda causa di morte, dopo le malattie ischemiche del cuore; è la principale causa di disabilità nell’adulto e la seconda causa di demenza, con perdita di indipendenza nelle attività quotidiane.

 

SINTOMI:

L’ictus è caratterizzato dalla comparsa improvvisa di uno o più dei seguenti sintomi:
deficit di motilità e forza più (emiplegia) o meno marcato (emiparesi) e/o deficit sensitivi (formicolii, perdita di sensibilità) alla metà
inferiore del viso, al braccio e/o alla gamba di un lato del corpo con asimmetria della bocca (“bocca storta”, più evidente quando il paziente
prova a sorridere) e/o incapacità di sollevare un braccio o di mantenerlo alzato allo stesso livello dell’altro e/o difficoltà a muovere una gamba;
difficoltà nel parlare e/o nel comprendere il linguaggio altrui;
disturbi visivi a uno o a entrambi gli occhi;
perdita di coordinazione dei movimenti, sensazione di vertigine, di sbandamento o caduta a terra;
mal di testa molto forte e inconsueto.
Nei casi più gravi può esservi un’alterazione dello stato di coscienza. Quando i segni e i sintomi durano meno di 24 ore si parla di TIA, acronimo inglese di “Transient Ischemic Attack” (attacco ischemico transitorio).

COSA FARE IN CASO DI COMPARSA DI SINTOMI RIFERIBILI ALL’ICTUS O AL TIA

L’ictus cerebrale è una patologia “tempo-dipendente”: in corso di ischemia prima si interviene e più cellule cerebrali si possono salvare (“il tempo è cervello”), consentendo una migliore ripresa dall’ictus.
La massima efficacia dei trattamenti di riperfusione si ottiene se vengono intrapresi entro 4.5-6 ore dall’esordio dei sintomi.
Pertanto, in caso di comparsa di sintomi riferibili all’ictus o al TIA è assolutamente necessario evitare di perdere tempo:

• CHIAMARE SUBITO il 112/118
• NON aspettare di vedere se i sintomi migliorano spontaneamente;
• NON chiamare e non recarsi dal medico di medicina generale (MMG) o dalla Guardia Medica;
• NON recarsi in Pronto Soccorso con mezzi propri

PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO DELL’ICTUS

• Età. L’incidenza aumenta a partire dai 55 anni e dopo i 65 anni l’aumento è esponenziale.
• Familiarità/fattori genetici. È evidenziata dalla presenza di eventi vascolari a carico dei familiari di primo grado (genitori, fratelli, sorelle, figli) in età precoce, ovvero prima dei 55 anni nei maschi e dei 65 anni nelle femmine.
• Genere. La maggiore aspettativa di vita delle donne è accompagnata sino alla menopausa da un minor rischio cardio-cerebrovascolare rispetto agli uomini, favorito dalla protezione ormonale naturale estro-progestinica tipica dell’età fertile. Le donne dai 55 ai 75 anni hanno,rispetto agli uomini, un maggior rischio di ictus che aumenta con l’età. Le donne colpite da ictus hanno una mortalità più alta degli uomini e se sopravvivono presentano maggiore disabilità e più frequente ricovero in reparti di lungodegenza.
• Etnia. I bianchi caucasici rispetto agli afroameri-cani sono a minor rischio di ictus cerebrale, mentre le popolazioni asiatiche sono a maggior rischio di emorragia cerebrale.
E anche da:

tabagismo, sedentarietà/scarsa attività fisica,.consumo rischioso e dannoso di alcol, scorretta alimentazione, sovrappeso/obesità, diabete mellito, dislipidemie (valori aumentati di colesterolemia e di trigliceridemia), ipertensione arteriosa, sindrome metabolica (condizione clinica caratterizzata dalla contemporanea presenza di almeno tre variabili tra obesità addominale, ipertrigliceridemia, bassi livelli di colesterolo HDL, ipertensione arteriosa, iperglicemia), fibrillazione atriale (FA): è un’aritmia cardiaca particolarmente pericolosa perché favorisce la formazione di trombi nell’atrio sinistro del cuore da cui si possono distaccare emboli che raggiungono il circolo cerebrale, cardiopatie e vasculopatie, alterazione della coagulazione del sangue, anemia a cellule falciformi, artriti croniche (artropatia psoriasica, artrite reumatoide, spondilite anchilosante, ecc.), emicrania, iperuricemia, malattia renale cronica, sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS), uso di contraccettivi orali, terapia ormonale sostitutiva (Hormone Replacement Therapy, HRT) in menopausa,
assunzione di droghe, fattori correlabili all’ambiente socio-familiare (tipo di professione, stress, basso livello culturale ed economico).

PREVENZIONE:

1) Adottare e mantenere stili di vita salutari
Non fumare ed evitare l’esposizione al fumo passivo.
Praticare regolarmente un’attività fisica adeguata (almeno 30 minuti per 5-7 volte alla settimana).
Limitare o evitare il consumo di bevande alcoliche ricordando che in gravidanza e allattamento non bisogna assolutamente assumerle.
Corretta alimentazione, ricordando di: ridurre il consumo di sale, di carne rossa, di grassi di origine animale e di zuccheri,.prediligere il consumo di verdura, frutta, cereali integrali e pesce.
Mantenere un peso corporeo ottimale, assumendo una quantità di calorie adeguata al tuo fabbisogno.
Non superare le tre tazzine di caffè al giorno e non favorirne il consumo tra i minorenni.
Evitare l’assunzione di qualunque droga.

2) Riconoscere precocemente e tenere sotto controllo, con l’aiuto del medico curante e degli specialisti, eventuali fattori che aumentano il rischio (ipertensione arteriosa, diabete mellito, dislipidemie, fibrillazione atriale, cardiopatie, vasculopatie) e ricordare che:

FUMARE aumenta del 25% il rischio cardio-cerebrovascolare globale . Le donne sono particolarmente suscettibili agli effetti deleteri del fumo. Anche una sola sigaretta al giorno, può aumentare notevolmente il rischio di un evento cardio-cerebrovascolare. Quindi, smettere di fumare!
In caso di IPERTENSIONE il rischio di ictus cerebrale è superiore a quello dell’uomo iperteso. Inoltre le donne con pressione arteriosa normale, ma ai confini dei valori anormali ed età media di 63 anni, hanno un rischio di ictus aumentato del 93% rispetto alle coetanee normotese. Raggiungere e mantenere una pressione arteriosa quanto più vicina ai valori normali, riduce molto il rischio di ictus nella donna.
In caso di DIABETE il rischio di ictus cerebrale è doppio rispetto alla donna non diabetica, ed è maggiore rispetto all’uomo diabetico. Raggiungere e mantenere valori di glicemia quanto più vicini ai valori normali, riduce, nella donna, il rischio di ictus in maniera significativa.
L' OBESITA' o la SINDROME METABOLICA aumentano il rischio di ictus cerebrale proporzionalmente al grado di obesità (BMI) e all’aumento della circonferenza addominale, diventando significativo nelle obesità di grado severo. Mantenere un peso ottimale aiuta, adottando una dieta bilanciata, limitando o evitando il consumo di bevande alcoliche e svolgendo regolarmente un’attività fisica adeguata.
In caso di COLESTEROLO ALTO il rischio cardio-cerebrovascolare globale è elevato. Un sano stile di vita e, quando necessaria, la regolare assunzione della terapia ipocolesterolemizzante, riduce il rischio vascolare. Ricordare che le queste terapie sono  ugualmente efficaci nell’uomo e nella donna, anzi la terapia con statine è più efficace per la regressione della placca ateroma-tosa nelle donne: non si deve interromperla senza consultare il medico!
La FIBRILLAZIONE ATRIALE (FA) aumenta di 4-5 volte il rischio di ictus cerebrale ischemico, di morte e di disabilità ed è maggiore rispetto all’uomo. La presenza di FA aumenta con l’età. Se una donna ha più di 75 anni o avverte palpitazioni e/o irregolarità del polso, deve rivolgersi al medico curante per capire se si ha la FA e se si deve iniziare terapia specifica.
Se in GRAVIDANZA si è sofferto di ipertensione, diabete, eclampsia, il rischio cardio-cerebrovascolare è aumentato. Occorre rivolgersi al medico curante per una valutazione approfondita.
Se si soffre di EMICRANIA il rischio di ictus cerebrale è aumentato in proporzione al numero e alla tipologia degli episodi di emicrania. Il rischio di ictus è ancora più elevato se si soffre di emicrania con aura e si fuma: è importantissimo smettere di fumare.
Se si assumono ANTICONCEZIONALI (OC) il rischio di ictus cerebrale aumenta, in particolare dopo i 35 anni, se si fuma, si ha diabete, ipertensione e/o di ipercolesterolemia o un’eccessiva coagulabilità del sangue (trombofilia). Prima di iniziare qualunque terapia ormonale bisogna rivolgersi a un ginecologo.
Nel PERIODO PERI E POST-MENOPAUSALE controllare la pressione arteriosa e rivalutare con il medico curante il rischio cardiovascolare. Valutare attentamente con lui e con il ginecologo il rapporto rischio/beneficio di una eventuale terapia ormonale
sostitutiva (HRT).

 

Fonte: Ufficio Stampa C.P.