glaucoma e chirurgia mininvasivaIn Italia il glaucoma mette a rischio la vista di 800mila persone ed è la prima causa di cecità irreversibile nei Paesi a reddito alto.

In questi ultimi anni una nuova classe di interventi chirurgici chiamati MIGS (Minimally invasive Glaucoma Surgery), ha diminuito le complicanze chirurgiche dell’intervento antiglaucomatoso conservando una buona percentuale di successo nel ridurre la pressione intraoculare.

Oggi il glaucoma è ritenuto una neuropatia ottica contraddistinta da una degenerazione progressiva e morte delle cellule ganglionari retiniche con la perdita dei loro assoni (fibre del nervo ottico).  Queste modifiche della testa del nervo ottico danneggiano l’ampiezza del campo visivo con aree di visione progressiva ridotta che tendono a convergere.

Il glaucoma è provocato, soprattutto, da un incremento della pressione endoculare ed è la prima causa di cecità irreversibile nei Paesi ad alto reddito e interessa almeno 800.000 persone in Italia (2,5 persone ogni cento sopra i 40 anni)

“È una patologia, asintomatica fino agli stadi molto evoluti della malattia, per questo richiede visite oculistiche periodiche specie nei soggetti a rischio (familiarità positiva, miopi, ipermetropi, pazienti sottoposti a lunghe cure con cortisone) per poter essere diagnosticata e trattata per tempo – spiega il Prof. Andrea Giudiceandrea, Responsabile dell’Unità Operativa di Glaucoma presso il Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma-. Nei casi in cui la terapia farmacologica (che agisce riducendo la pressione oculare) risulti, per vari motivi, non più idonea a mantenere stabile il campo visivo, da circa 15 anni possiamo disporre di una nuova categoria di interventi chiamati MIGS (Minimally Invasive Glaucoma Surgery) che consistono nell’impianto di piccolissimi dispositivi al fine di facilitare il drenaggio dell’umore acqueo verso l’esterno dell’occhio per ridurre così la pressione endoculare”.

Come si forma e che collegamento c'è fra umore acqueo e aumento della pressione?

L’origine del liquido all’interno dell’occhio è un processo naturale. Ci sono le cellule delegate alla produzione di umor acqueo. Questa soluzione ha il fine di dare sostegno (meccanico ed elastico) e nutrimento a vari tessuti dell’occhio. Ma per conservare l’equilibrio è indispensabile che il liquido creato venga drenato all’esterno mantenendo così la giusta pressione endoculare.  Il trabecolato è quella struttura anatomica incaricata proprio a questa funzione: pulisce, cioè, l’umor acqueo al di fuori dell’occhio fino al sistema venoso che lo riassorbe. Quando viene meno la funzione del trabecolato si genera più liquido di quanto ne venga drenato, quindi, la pressione oculare aumenta rovinando il nervo ottico.

La tecnica più diffusa per rimediare al deficit di drenaggio è la Trabeculectomia introdotta nel 1968 da J. E. Cairns e, oggi, notevolmente modificata e resa più efficiente. A partire dagli anni 2000, però, sono state introdotte nuove tecniche e nuovi device di chirurgia microinvasiva (Minimally-Invasive Glaucoma Surgery, MIGS), con migliori profili di sicurezza. Essi possono agire ripristinando il deflusso trabecolare (Trabectome, iStent, Hydrus) o incrementando quello uveo-sclerale (Suprachoroidal Gold micro-shunt, iStent Supra), con modalità ab externo o soprattutto ab interno. Gli impianti che negli utlimi 5 anni stanno ottenendo il maggior consenso in letteratura sono lo Xen ed il PreserFlo che consentono un by-pass microinvasivo tra la camera anteriore e lo spazio sottocongiuntivale

 

La caratteristica di questi interventi rispetto alla chirurgia tradizionale

Questi nuovi interventi sono molto meno invasivi rispetto alla tecnica tradizionale, la trabeculectomia. Questo intervento considera di incidere uno sportello sclerale di 4 per 4 millimetri fino a raggiungere la porzione esterna del trabecolato. A questo punto si realizza l’asportazione di una porzione di trabecolato: a questo punto, l’umore acqueo potrà fuoriuscire dalla camera anteriore nello spazio sottocongiuntivale attraverso i bordi dello sportello sclerale ed essere qui riassorbito. La trabeculectomia ha un’efficienza maggiore in confronto alle MIGS di limitare la pressione oculare, ma con le MIGS le complicanze sono decisamente ridotte, soprattutto nei casi avanzati di glaucoma. Ovviamente occorre selezionare caso per caso e la strategia chirurgica va personalizzata. Oggi la chirurgia del glaucoma, con le MIGS, in modo particolare coi nuovi dispositivi di chirurgia filtrante, PreserFlo e Xen, finalmente dopo 54 anni dall’arrivo della trabeculectomia, ha compiuto un passo in avanti molto importante. AI Gemelli ne vengono impiantati 12 ogni mese”.

 

Fonte: Ufficio Stampa C.P.