Progetto senza titolo 3La malattia di Lyme è una patologia infettiva provocata dal batterio Borrelia burgdorferi, comunemente trasmesso dalle zecche. Fa parte, quindi, delle malattie antropozoonosi, cioè appartiene al gruppo di malattie che possono essere trasmesse dagli animali all'uomo: la zecca nutrendosi di sangue di animali portatori del batterio, lo veicola ai nuovi ospiti attraverso il morso, uomo compreso.

Per trasmettere l'infezione all'uomo, la zecca infetta deve aderire alla cute per più di 24 ore.
I segni della malattia interessano diversi organi e tessuti: pelle, articolazioni, sistema nervoso , sistema cardiovascolare, ed anche muscoli, occhi, reni e fegato.
I sintomi variano in base al tipo di batterio responsabile dell'infezione, oltre che alla tempestività del trattamento.
La fase iniziale è solitamente caratterizzata da un'eruzione cutanea di colore rossastro, che tende ad espandersi e, in pochi giorni, si manifestano:
-dolori muscolari ed articolari;
-spossatezza;
-ingrossamento dei linfonodi;
-febbre, mal di testa.
Normalmente la malattia di Lyme è più grave nei soggetti immunodepressi.
Il periodo d'incubazione varia dai 4 ai 30 giorni, più frequentemente dai 7 ai 10 giorni e le manifestazioni cliniche possono essere precoci o tardive.

Esistono tre stadi della malattia, caratterizzati da quadri clinici diversi:
-Primo stadio-Infezione precoce localizzata: l'eritema si presenta come un arrossamento che si espande partendo dal punto di inoculo; il diametro della lesione può raggiungere dimensioni notevoli, anche superiori ai 5 cm.
La lesione primaria tende a risolversi nel giro di 3-4 settimane, schiarendosi a partire dal centro. Ma spesso l'eritema può persistere più a lungo e presentarsi anche in altre sedi.
In questa fase, possono essere presenti sintomi quali: affaticamento,febbre di basso grado e brividi, dolori articolari e muscolari, nausea e vomito e inappetenza.
-Secondo stadio -Infezione precoce disseminata: se non trattata con terapie specifiche, in un intervallo di tempo che varia da poche settimane a diversi mesi, l'infezione può progredire interessando più distretti dell'organismo:
-sistema muscolo-scheletrico (artromialgie migranti, in particolare alle ginocchia);
-sistema nervoso (neuropatia craniale, soprattutto paralisi del nervo facciale);
-disturbi cardiaci.
La maggior parte dei sintomi presenti nel secondo stadio regredisce spontaneamente nell'arco di pochi mesi (anche senza trattamento).
-Terzo stadio-infezione cronica o tardiva: l'infezione e i sintomo possono manifestarsi anche dopo molti anni dal morso infetto.
Nel terzo stadio sono colpiti maggiormente:
-articolazioni: Artrite di Lyme comporta gonfiore e attacchi di dolore articolare lancinante e di lunga durata (anche mesi) in una o più grandi articolazioni, principalmente ginocchio. Nei casi più gravi, si manifesta un'erosione delle cartilagini con limitazioni dell'escursione articolare, fino all'anchilosi.
-cute: l'acrodermatite cronica atrofizzante si manifesta con un eritema violaceo, solitamente nella stessa regione in cui era localizzato l'eritema migrante, creando un processo progressivo di atrofizzazione cutanea, che determina modifiche irreversibili della pelle e del tessuto sottocutaneo dell'arto interessato.
-apparato nervoso ( o neuroborreliosi tardiva): i disturbi neurologici cronici della malattia di Lyme comprendono: disorientamento, confusione, vertigini, mancanza di concentrazione e perdita di memoria a breve termine.

Riconoscere i morsi delle zecche può essere difficile in quanto questi artropodi emettono una sostanza anestetica che rende i loro morsi indolori e per questo non facilmente diagnosticabili.
Solitamente, questi parassiti rimangono adesi alla pelle del malcapitato, ma spesso può staccarsi. In genere, la zona lesionata dal morso appare infiammata e gonfia. A distanza di alcuni giorni, l'infiammazione si espande causando eruzioni più o meno fastidiose.

La rimozione della zecca è fondamentale e dev'essere effettuata il prima possibile, per evitare il morso contagioso.
In questi casi è necessario adottare sempre i seguenti accorgimenti: proteggere le mani con guanti o tessuto, afferrare saldamente la zecca con una pinzetta evitando però di schiacciarla; tenendosi il più possibile aderenti alla cute ruotare l'artropode con delicatezza.
Se durante la trazione il rostro, l'apparato boccale della zecca, rimane nella pelle, cercare di estrarlo con un ago sterile e rivolgersi a un medico.
Dopo l'estrazione disinfettare con sostanze non coloranti, per poter evidenziare eventuali segni di infezione successivi.
Conservare la zecca in un recipiente chiuso per mostrarla, eventualmente, al medico.
Non usare mai acetone, ammoniaca, alcol etilico, etere o vaselina, poiché queste sostanze possono indurre la zecca a rigurgitare, con forte aumento del rischio di trasmissione di patogeni.
Dopo la rimozione, per 30-40 giorni, prestare attenzione alla comparsa di eventuali segni e sintomi di infezione (annotare il luogo e la data in cui si è stati morsi) come affaticamento, febbre, malessere, mal di testa, ingrossamento delle ghiandole e dolori articolari; inoltre controllare l'area cutanea colpita, ricercando la presenza di una chiazza rossastra attorno alla zona della puntura.
Non è raccomandata l'assunzione di antibioticiche alla comparsa della sintomatologia in quanto potrebbero mascherare i sintomi confondendo la diagnosi.