Il progetto KAN (Kidney Anemia Network), ideato e gestito da ISHEO, e con la collaborazione della Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti (FADOI), promuove la collaborazione multidisciplinare tra nefrologi, medici di medicina generale e internisti, al fine di individuare un percorso integrato di diagnosi precoce e di ottimizzazione della presa in carico del paziente affetto da Anemia derivante da Malattia Renale Cronica (MRC).
La scheda nefrologica è uno strumento operativo utile a favorire i nefrologi per implementare la diagnosi precoce di Malattia Renale Cronica e di Anemia. "La malattia renale cronica”, spiega Dario Manfellotto, Presidente della Fondazione FADOI, “colpisce oltre 4 milioni di persone e si stima che, di queste, circa il 20% sviluppi come complicanza l'anemia, con forti ripercussioni sulla vita quotidiana. L'anemia può essere quindi utilizzata come sentinella e la scheda permette di colmare il gap di conoscenza rispetto ai rischi di malattia renale latente".
Il progetto consiste in un’intervista a 24 professionisti di medicina generale, che hanno in cura oltre 30 mila persone. Secondo i risultati, il 71% del gruppo di professionisti è riuscito ad individuare tempestivamente alcuni sintomi della malattia renale, e a mandare il paziente dallo specialista nefrologo. In sostanza, per il 90% dei professionisti, la scheda nefrologica è molto utile in questi casi, e circa il 25% l’ha utilizzata più volte durante la settimana.
Anticipare la diagnosi potrebbe evitare la dialisi ed interventi cardiovascolari precoci a molti pazienti. Di qui l'importanza, però, anche di una pronta risposta da parte del sistema sanitario: l'indagine, infatti, ha rivelato che la metà dei pazienti, che avevano iniziato ad avere sintomi della MRC, ha dovuto attendere 2-3 mesi per la visita con il nefrologo. "È importante rimboccarsi le maniche”, aggiunge Luca De Nicola, ordinario di Nefrologia dell'Università della Campania L. Vanvitelli e membro della Società Italiana di Nefrologia (SIN). “Bisogna far sì che si istituiscano dei network stabili con nefrologi di riferimento, in modo che i rinvii allo specialista possano giungere il più rapidamente possibile, così come l'accesso alle terapie".