imagesL'osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro, che rende le ossa più fragili e aumenta il rischio di frattura.

All'origine dell'osteoporosi (e della maggiore fragilità delle ossa) ci sono il deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo e la conseguente riduzione della massa minerale ossea (o densità minerale ossea).
Riassumendo, quindi, l'osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro che aumenta la fragilità delle ossa e la predisposizione alle fratture, in quanto comporta il deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo e una riduzione della massa ossea.
La parola "osteoporosi" significa, letteralmente, "osso poroso" e fa riferimento all'aspetto per l'appunto poroso delle ossa, nel momento in cui subiscono un deterioramento della microarchitettura e una riduzione della densità minerale.
Osteoporosi e osteopenia sono due condizioni affini; a distinguerle è il livello di densità minerale ossea: nell'osteoporosi, il calo della densità minerale ossea è più severo che nell'osteopenia.
L'osteopenia può considerarsi una forma tenue di osteoporosi.Molto spesso, questa condizione precede l'insorgenza dell'osteoporosi.
L'insorgenza dell'osteoporosi è correlata a diversi fattori, primo fra tutti l'invecchiamento; come descritto in precedenza, infatti, l'inevitabile avanzare dell'età favorisce l'attività di riassorbimento osseo, a discapito di quella di deposizione ossea, e sfocia in una riduzione della massa minerale ossea.
Passando oltre, quindi, altri importanti fattori favorenti l'osteoporosi sono:
-la familiarità per la riduzione della densità minerale ossea. Questa predisposizione favorisce sia l'osteoporosi che l'osteopenia.
-la riduzione dei livelli di estrogeni, nelle donne, e la riduzione dei livelli di testosterone, nell'uomo. Estrogeni e testosterone sono due ormoni sessuali di fondamentale importanza anche per la buona salute delle ossa e dello scheletro in generale.
La riduzione dei livelli di estrogeni, osservabile nei soggetti di sesso femminile, è una conseguenza tipica della menopausa e rappresenta uno dei principali fattori favorenti la comparsa di osteoporosi e osteopenia;
La limitata attività fisica o l'immobilità dovuta, per esempio, a una malattia fortemente debilitante;
L'esposizione a radiazioni ionizzanti, per esempio in occasione di lunghi trattamenti radioterapici;
L'assunzione di alcuni determinati farmaci, tra cui i medicinali per la chemioterapia, i corticosteroidi e gli antiepilettici. In questi frangenti, l'osteoporosi è un effetto avverso di tali medicinali;
La scarsa assunzione di calcio nella dieta e, in generale, tutte le patologie che compromettono il metabolismo della vitamina D e/o dei minerali essenziali per la buona salute delle ossa (calcio e fosforo). Una patologia di questo tipo, associata tipicamente a osteoporosi e a osteopenia, è la celiachia;
L'appartenenza alla popolazione Caucasica o Asiatica. Asiatici e Caucasici sono più a rischio di osteoporosi e osteopenia;
L'ipertiroidismo. È la condizione medica caratterizzata da un'eccessiva produzione di ormoni tiroidei;
L'abuso di alcol e il fumo di sigaretta;
L'anoressia nervosa e l'estrema magrezza. L'eccessiva magrezza può favorire l'osteoporosi, perché il tessuto adiposo produce una quota di estrogeni, i quali influenzano positivamente la salute delle ossa.
In genere, la riduzione della massa minerale ossea che caratterizza l'osteoporosi è asintomatica, cioè non causa sintomi o segni di alcun tipo.
Il suo verificarsi, però, è un fattore predisponente le fratture ossee.
Salvo alcune eccezioni, le fratture ossee correlate all'osteoporosi sono molto dolorose; inoltre, in alcune sede anatomiche, faticano a guarire spontaneamente, tanto da richiedere un intervento chirurgico riparativo.
Negli individui con osteoporosi, le fratture ossee possono verificarsi anche a seguito di traumi o cadute non particolarmente gravi: ciò accade per effetto della riduzione della massa minerale ossea, riduzione che aumenta la fragilità dello scheletro.
In presenza di osteoporosi, le ossa maggiormente inclini a fratturarsi sono quelle dell'anca, del polso e le vertebre.
Particolarmente interessante è quanto accade a livello vertebrale: a causa dell'osteoporosi, le vertebre (soprattutto quelle toraciche e lombari) possono subire una frattura da compressione, che ne riduce l'altezza e che, se interessa più elementi vertebrali, induce una curvatura anomala della colonna vertebrale.
Per una diagnosi corretta di osteoporosi, l'esame più indicato è la cosiddetta densitometria ossea (DEXA).
La densitometria ossea è una tecnica diagnostica che permette di valutare, solitamente a livello di colonna vertebrale, anca, polso, dita e/o tibia, la densità minerale ossea di un individuo.
Si ricorda che la densità minerale ossea è quel parametro che in caso di osteoporosi e osteopenia è inferiore ai valori normali.
Altri esami diagnostici, a cui i medici potrebbero ricorrere in caso di sospetta osteoporosi, sono: la tomografia computerizzata quantitativa, la tomografia computerizzata quantitativa periferica e l'ultrasonografia ossea quantitativa.
Lo strumento per la densitometria ossea descrive la densità minerale ossea di un individuo attraverso due parametri, denominati dai medici "T score" e "Z score".
Il "T score" è la misura di quanto il valore di densità minerale ossea del soggetto esaminato si discosta dal valore di riferimento, rappresentato dalla popolazione sana di 25-30 anni e dello stesso sesso.
Lo "Z score", invece, è la misura di quanto il valore di densità minerale ossea del soggetto esaminato si discosta dal valore di riferimento, rappresentato dalla popolazione sana di uguale età e sesso.
Per diagnosticare la presenza di osteoporosi, il parametro d'interesse è il "T score": se un individuo presenta un "T score" inferiore a -2,5, allora soffre di osteoporosi.
Nella tabella sottostante, il lettore può vedere i valori che assume il "T score", in base alla salute delle ossa.
Attualmente, non esiste una cura specifica per l'osteoporosi; tuttavia, tramite un sano stile di vita, una dieta e un esercizio fisico mirati, e talvolta il ricorso a ben precisi farmaci, è possibile controllare in modo soddisfacente questa condizione, riducendo significativamente il rischio di frattura.
In presenza di osteoporosi, lo scopo di qualsiasi piano terapeutico adottato è limitare il processo di riassorbimento osseo, processo da cui dipende la maggiore fragilità ossea e la predisposizione alle fratture.
Il trattamento dell'osteoporosi varia da paziente a paziente, a seconda del rischio di frattura emerso durante il percorso diagnostico e ad altri fattori quali età, sesso e storia clinica.
In linea generale, se il suddetto rischio è contenuto, possono risultare sufficienti uno stile di vita, una dieta e un esercizio fisico finalizzati a preservare il più possibile la salute delle ossa; se invece il rischio di frattura è considerevole, in aggiunta a stile di vita, dieta e attività fisica, è altamente probabile che sia indispensabile anche una terapia farmacologica ad hoc.
In caso di osteoporosi, la dieta più indicata è quella che prevede un apporto (o intake) adeguato di calcio e vitamina D.
Alcuni dei cibi maggiormente ricchi di calcio sono: il latte, i derivati del latte, gli ortaggi a foglia verde (es: radicchio verde, foglie di rapa, spinaci), i legumi in forma disidratata, la crusca di frumento, il grano saraceno, l'acciuga e il calamaro.
Alcuni dei cibi a più alto contenuto di vitamina D, invece, sono: le uova, il salmone, le sardine, il pesce spada e l'olio di pesce.
In alcuni frangenti particolari, i medici potrebbero ritenere indispensabile supportare l'intake dietetico di calcio e vitamina D con integratori appositi.
Dall'osteoporosi non è possibile guarire; tuttavia, il paziente che si attiene ai trattamenti previsti per il suo caso specifico può controllare significativamente questa condizione ed evitare di incorrere nelle sue complicanze più severe.