Anatomicamente tutti gli esseri viventi hanno le emorroidi in quanto sono cuscinetti posti nel canale anale e si comportano come delle valvole che impediscono la fuoriuscita involontaria delle feci.
Quando tendono a dilatarsi progressivamente, danno origine alla malattia emorroidale, che causa:
-dolore,
-sanguinamento,
- prurito.
Cattive abitudini alimentari e sedentarietà sono tra le cause più comuni di questa fastidiosa infiammazione, un disturbo spesso anche doloroso.
Tra i sintomi principali che possono presentarsi a seguito dell’infiammazione delle emorroidi ricordiamo:
-irritazione e fastidio attorno all’ano,
-prurito,
-gonfiore,
-dolore (soprattutto durante l’evacuazione),
-feci con sangue.
Nella maggior parte dei casi l’infiammazione delle emorroidi è destinata a risolversi da sola nel giro di pochi giorni, eventualmente favorendo il processo di guarigione attraverso piccole attenzioni allo stile di vita.
Le emorroidi sono sia interne che esterne.
Quelle interne sono le vene localizzate al termine dell’intestino retto, a livello dell’ano; possono andare incontro a infiammazione e perdita di sangue, ma raramente sono causa di dolore.
Il sangue appare di un rosso brillante e può essere rilevato dal paziente.
Il decorso è piuttosto lento nel tempo e i sintomi possono andare incontro a temporanei miglioramenti; se come detto raramente compare dolore, più frequente possono diventare causa di prurito e fastidio, perché in grado di raccogliere particelle fecali e muco durante l’evacuazione che vanno poi incontro a irritazione.
Le emorroidi esterne, invece, si presentano come piccole masse bluastre dolorose all’esterno dell’ano; tendono a insorgere spontaneamente, talvolta dopo uno sforzo particolarmente intenso.
In assenza di trombosi in genere non causano grossi problemi, ma se trombotiche possono diventare particolarmente dolorose anche perché viene infiammata tutta la mucosa superficiale.
Esistono particolari condizioni che favoriscono l’insorgenza delle emorroidi, la stipsi è probabilmente la più rilevante. Anche la diarrea può favorire la loro comparsa, perché in questa situazione la mucosa rettale si irrita e di conseguenza indebolisce i vasi che irrorano le emorroidi.
Il paziente può lamentare altri disturbi quando le emorroidi iniziano ad ingrossarsi:
-bruciore, fastidio e prurito anale,
-gonfiore attorno all’ano,
-sensazione di pesantezza e secchezza locale,
-dolore, che si accentua al momento dell’evacuazione.
In caso di emorroidi esterne, a maggior ragione se trombizzate, è possibile avvertirle fisicamente attorno all’ano mediante palpazione.
Nella maggior parte dei casi, quando l’entità dell’infiammazione delle emorroidi non è grave, i sintomi tendono a risolversi in pochi giorni.
È importante, nel caso di perdita di ingenti quantità di sangue, con comparsa di vertigini e/o senso di svenimento rivolgersi in Pronto Soccorso.
Si può contrastare la patologia emorroidale ricorrendo all’uso di lassativi di volume, di flavonoidi e di preparati per uso topico. Vediamoli in dettaglio:
-i lassativi di volume, cioè quelli che contribuiscono ad aumentare la massa fecale, sono un buon aiuto per chi non assume una sufficiente quantità di fibre con la dieta ed è impossibilitato a cambiarla;
-i flavonoidi sembrano essere efficaci nel ridurre il dolore ed il sanguinamento nei casi di crisi acuta. Possono essere prescritte dal medico compresse a base di diosmina o di una frazione flavonoica purificata e micronizzata (Arvenum, Daflon) per 7 giorni: sei compresse al giorno per i primi 4 giorni, quattro compresse al giorno per i restanti 3 giorni. Anche i rutosidi (Venoruton) esplicano un’azione vasoprotettrice simile a quella dei flavonoidi;
-gli antiemorroidari ad uso topico sono a base di cortisonici e di anestetici locali.
Oltre ai farmaci, si può ricorrere alla chirurgia per limitare la patologia. Per esempio, le emorroidi interne possono essere trattate con il bendaggio: questa tecnica prevede l’applicazione di una fascia elastica stretta intorno alla base dell’emorroide. L’operazione di solito non è dolorosa, può essere realizzata in più di una sede e non è necessaria anestesia.
Anche se ritenuti interventi sicuri, vi sono tuttavia diversi possibili rischi e complicanze, tra cui :
-ictus,
-polmonite,
-coaguli di sangue nelle gambe.
In caso le emorroidi compaiono in gravidanza, si consiglia di rivolgersi al proprio ginecologo per valutare la cura che presenti il miglior rapporto rischio-beneficio.