bronchiteLa bronchite è un processo infiammatorio a carico dell’albero bronchiale, che interessa la mucosa che riveste e protegge i bronchi.

La bronchite può essere acuta o cronica, a seconda della durata dello stato infiammatorio e delle cause scatenanti. L’episodio acuto è generalmente causato da un’infezione virale e ha una breve durata. Se gli episodi bronchitici si ripetono e si protraggono nel tempo, si parla invece di bronchite cronica.

La bronchite acuta è di solito secondaria ad un’infezione delle alte vie respiratorie; la causa è quasi sempre un’infezione virale, da parte di virus parainfluenzale, virus influenzale A o B, virus respiratorio sinciziale, coronavirus.

I sintomi sono:

  • tosse non produttiva o moderatamente produttiva, associata o preceduta da sintomi di infezioni delle alte vie respiratorie, solitamente per più di 5 giorni;
  • può essere presente mancanza di respiro (dispnea) o senso di costrizione toracica; l’eventuale senso soggettivo di mancanza di respiro non è dovuto a una mancanza di ossigeno nel sangue (ipossiemia);
  • se presente febbre, questa solitamente è una febbricola, qualora perdurasse o diventasse elevata è necessario invece pensare alla presenza di altre patologie quali influenza o polmonite.

La sintomatologia della bronchite acuta si risolve nel giro di 8-10 giorni, la tosse invece è l’ultimo sintomo a scomparire e può durare fino a 3, 4 settimane. 

La bronchite cronica, invece, è una patologia polmonare cronica i cui sintomi sono presenti per almeno 3 mesi, oppure per almeno 2 anni consecutivi; quando associata al fumo, e alla alterazione della funzionalità respiratoria ovvero alla bronco-ostruzione non reversibile può rientrare nell’ambito della BPCO.

La BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) è una malattia, prevenibile e trattabile, caratterizzata da persistenti sintomi respiratori e limitazione al flusso aereo, (bronco-ostruzione) che è dovuta ad alterazioni delle vie aeree solitamente causate da una significativa esposizione a particelle nocive o gas. I sintomi respiratori più comuni comprendono la dispnea, la tosse e/o la produzione di espettorato.

Il principale fattore di rischio è il fumo di sigaretta, ma possono contribuire altre esposizioni ambientali, come quella al fumo dei biocombustibili nei paesi in via di sviluppo o la più comune esposizione professionale da sostanze inalate nei luoghi di lavoro. La BPCO può essere caratterizzata da periodi acuti con peggioramenti dei sintomi respiratori, noti come riacutizzazioni.

La maggior parte dei pazienti ha fumato almeno 20 sigarette/die per più di 20 anni. Inoltre, molti pazienti affetti da BPCO hanno anche altre patologie concomitanti correlate con il tabagismo. Il fumo infatti danneggia le arterie, favorendo lo sviluppo di malattie cardiovascolari come infarto del cuore, ictus, vasculopatie periferiche. Sotto accusa sono diversi componenti del fumo, tra cui il monossido di carbonio (CO) e la nicotina: sono loro i responsabili di una serie di effetti negativi sui vasi sanguigni, soprattutto l’irrigidimento e il restringimento, l’aumento della pressione sanguigna, l’accelerazione della formazione delle placche aterosclerotiche, insieme alla minore ossigenazione dei tessuti.

Pertanto, è facile capire che quando la malattia fa la sua comparsa, può facilmente sommarsi ad una serie di altre problematiche portando all’aggravamento delle condizioni del paziente e soprattutto della qualità di vita. 

I pazienti affetti da bronchite cronica ostruttiva possono presentare respiro sibilante, con il progredire della malattia le alterazioni a livello polmonare e la dispnea possono essere tali da richiedere la necessità di utilizzare ossigeno supplementare.

La diagnosi clinica di BPCO dovrebbe essere presa in considerazione in tutti i pazienti che presentano dispnea, tosse cronica o espettorazione e/o una storia di esposizione ai fattori di rischio per la malattia. La diagnosi di BPCO, tuttavia, non può prescindere dalla esecuzione della spirometria. 

Altri sintomi della bronchite, acuta o cronica, includono anche:

  • difficoltà a respirare (dispnea);
  • tosse persistente;
  • produzione eccessiva di muco, con catarro bianco o giallastro;
  • respiro sibilante;
  • febbre;
  • faringite;
  • raucedine;
  • senso di compressione al torace;
  • debolezza;
  • disturbi del sonno;

Raramente, tra i sintomi della bronchite, vi è anche la emoftoe, cioè una espulsione di catarro con tracce di sangue, che provengono da gola, polmone o qualsiasi altro tratto dell'apparato respiratorio. Il colore del catarro espulso va dal rosso chiaro al rosso vivo.

La diagnosi di bronchite acuta e cronica è clinica e si basa sull’esordio dei sintomi e l’esame obiettivo polmonare.

In caso di necessità, potranno essere richiesti anche esami strumentali quali:

  • Esami del sangue per valutare ad esempio gli indici di infiammazione sistemica;
  • Esame colturale sull’espettorato, per determinare la presenza di batteri nel muco ed escludere altre infezioni;
  • Radiografia del torace (RX torace) per valutare la presenza di segni di infezioni più estese (polmonite);
  • TC del torace nei casi in cui sia necessario individuare eventuali anomalie dei polmoni e delle vie aeree in generale;
  • Prove di funzionalità respiratoria (e.g. spirometria) per valutare come funzionano i polmoni tramite la misurazione sia dei volumi, cioè l’aria contenuta nei polmoni, che dei flussi, cioè la velocità con cui i volumi sono espulsi. Altri esami di funzionalità respiratoria più approfonditi come la diffusione alveolo-capillare del CO, il test di broncodilatazione o il test di broncoprovocazione verranno richiesti dallo specialista qualora vi sia necessità.